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Il ruolo della fibra nella Sindrome del colon irritabile.


mercoledì 21 ottobre 2020


Il ruolo della fibra nella Sindrome del colon irritabile

La sindrome del colon irritabile (irritable bowel syndrome o IBS) è un disturbo intestinale che causa la comparsa di diarrea del grosso intestino. Nel cane è un disordine ancora poco definito e rappresenta l'equivalente canino della sindrome del colon irritabile dell'uomo, un'entità patologica caratterizzata da dolore addominale associato a disturbi della motilità gastroenterica, in cui non sono state identificate lesioni istologiche significative e in cui sono stati esclusi agenti eziologici causali

In medicina umana essa veniva definita anche come colon spastico, colon nervoso o colite spastica, ad indicare che il problema fosse principalmente di tipo funzionale. Nell'uomo è uno dei disturbi gastrointestinali più comuni e colpisce tra il 12 e il 15% dei soggetti adulti, con una prevalenza nel sesso femminile.

Si pensa che negli animali domestici essa sia molto meno comune che nell'uomo, tuttavia, nella specie canina sembra rappresentare tra il 5 e il 17% di tutti i disturbi a carico del grosso intestino mentre non è stata ancora riconosciuta nei gatti.

Anche nel cane l'IBS viene classificata tra i disordini funzionali poiché, nei soggetti colpiti, la colonscopia e l'esame istologico non evidenziano alcuna alterazione a livello di colon e la sua eziologia rimane, ad oggi, ancora sconosciuta. Tra le teorie più accreditate rientra quella che riconosce un'alterazione motoria o sensoriale del colon e alcuni studi suggeriscono che gli squilibri a carico dei neurotrasmettitori possano essere coinvolti nella patogenesi dell'IBS.  Anche lo stress psicologico sembra poter innescare l'ipermotilità del colon, infatti, l'IBS è causa frequente di diarrea del grosso intestino soprattutto in cani giovani, iperattivi o stressati.

I cani affetti da questa sindrome presentano frequentemente attacchi intermittenti di diarrea con caratteristiche tipiche della diarrea del grosso intestino: feci mucoidi associate a tenesmo, flatulenza e dolore addominale. In alcuni casi può essere presente anche ematochezia. Tuttavia, i sintomi sono variabili da soggetto a soggetto e possono cambiare da attacco ad attacco.

Inoltre, in alcuni casi, i segni gastroenterici possono essere associati a fattori di stress come cambiamenti nell'ambiente domestico (ansia del proprietario, inserimento di un nuovo animale o di un nuovo componente della famiglia), mostre, lavoro o viaggi.

Essendo una patologia difficile da diagnosticare, prima di effettuare una diagnosi di IBS in un paziente, sarebbe bene escludere tutte le altre possibili cause di diarrea del grosso intestino.

La gestione dietetica dei soggetti affetti da colon irritabile potrebbe non riuscire a controllare completamente questa patologia, tuttavia, può aiutare a ridurre la frequenza e la gravità della sintomatologia, soprattutto se associata a terapia medica e alla riduzione dei fattori che possono indurre stress nell'animale.

Il principale fattore nutrizionale chiave nella gestione dell'IBS è la fibra alimentare. Essa, infatti, agisce sulla motilità dell'intestino, sul volume e sul contenuto in acqua delle feci, sul tempo di transito gastrointestinale nonché sulla composizione del microbiota intestinale.

Alcuni studi scientifici suggeriscono come la maggior parte dei pazienti presenti un miglioramento clinico dopo che nell'alimentazione sia stata aumentata la quota di fibra assunta.

Tuttavia, come sappiamo, la fibra non è tutta uguale e la scelta di quale e quanta fibra inserire in una dieta per un paziente affetto da IBS andrebbe valutata attentamente a seconda della sintomatologia, del soggetto, della dieta attuale e della risposta clinica alla terapia dietetica.

La fibra solubile generalmente è in grado di migliorare la qualità e la consistenza delle feci, induce un aumento della produzione di butirrato (utile per la salute dei colonciti), ma non agisce in maniera efficace sulla motilità intestinale, dove invece agisce più efficacemente la fibra insolubile, che legando l'acqua aumenta la massa fecale e la motilità dell'intestino.

Per un approfondimento sui tipi di fibra e sul suo contenuto in alcuni alimenti si consiglia la lettura del seguente articolo: L'utilizzo della fibra alimentare negli animali domestici

La maggior parte dei pazienti sembra rispondere con un miglioramento clinico alla somministrazione di diete contenenti quantità di fibra solubile compresa tra l'1 e il 5% su sostanza secca e/o una quantità di fibra insolubile compresa tra il 10 e il 15% su sostanza secca.

Tuttavia, non è facile conoscere l'esatta percentuale di fibra solubile e insolubile presente nei singoli alimenti e nella maggior parte dei casi si è a conoscenza soltanto della quantità totale di fibra alimentare che essi contengono.

In questi casi può essere indicato preparare un piano nutrizionale contenente un livello di fibra totale (mista tra insolubile e solubile) compreso tra il 5 e il 10% su S.S.

Quando per un paziente affetto dalla sindrome del colon irritabile si sceglie un'alimentazione di tipo commerciale, bisognerebbe scegliere un alimento in cui la fibra grezza (unico dato presente in etichetta) si attesti intorno all'8% su sostanza secca.

A tal proposito è bene ricordare che il dato fornito nella composizione analitica presente sull'etichetta non è riferito alla sostanza secca, ma al tal quale, e che per conoscere il quantitativo della fibra grezza su S.S. è necessario convertire il valore fornito applicando la seguente formula:

% di fibra grezza su sostanza secca = % di fibra grezza su tal quale x 100 / 100 - %umidità del prodotto

Al fine di valutare il contenuto in fibra solubile e insolubile è, invece, necessario andare a controllare la lista degli ingredienti. Le principali fonti di fibra insolubile sono rappresentate dalla cellulosa, dalle lignine e dalle bucce di arachidi mentre le pectine di mele e agrumi, le gomme e lo psyllium forniscono principalmente fibra solubile.

La crusca di riso, d'avena o di frumento, le fibre o la buccia di soia, la fibra dei piselli e la polpa di barbabietola, invece, sono fonte di fibra mista, ossia, contengono sia fibra solubile che fibra insolubile e come tali vengono ampliamente utilizzate per l'alimentazione di animali affetti da IBS sia che si utilizzino alimenti commerciali che li contengono sia che si formuli una dieta casalinga personalizzata.

Infatti, può essere utile in questi pazienti, cominciare con una dieta contenente fibre miste ossia iniziando con l'utilizzo di alimenti come la crusca di avena o di frumento. Nel caso in cui non ci sia una risposta clinica si può, poi, decidere se cambiare la fonte di fibra o aggiungere alla razione una fonte di fibra solubile come lo psyllium.

In alcuni casi può essere necessario mantenere l'alimentazione già utilizzata dall'animale prima della diagnosi di IBS e dover quindi integrare quest'ultima aggiungendo delle fonti di fibra. A tale scopo, per aumentare l'assunzione di fibra insolubile, possono essere utilizzati i cereali integrali dedicati alla colazione umana, alla dose giornaliera di 0,5 grammi per kg di peso corporeo dell'animale mentre come fonte di fibra solubile può essere aggiunta alla razione la polvere di psyllium al dosaggio iniziale di 1,3 grammi per kg di peso corporeo dell'animale.

Quando si decide di aggiungere una fonte di fibra, sia essa solubile o insolubile, alla razione assunta dall'animale è bene iniziare ad inserirla gradualmente, incrementando ogni volta di circa il 25% rispetto alla dose iniziale e fermarsi alla dose minima sufficiente ad ottenere una risposta clinica.

In ogni caso è bene cercare di non superare i tenori su S.S. indicati in precedenza.

Soprattutto perché non tutti i pazienti affetti da IBS rispondono all'incremento della fibra nell'alimentazione e in alcuni casi si può avere, addirittura, un peggioramento della sintomatologia.

BIBLIOGRAFIA:
- MS Hand, CD Thatcher, RL Remillard, P Roudebush & BJ Novotny. Small Animal Clinical  Nutrition 5th edition. ed.   2010, chapter 63


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